Questi effetti avversi possono essere significativi in pazienti che hanno un pattern di crescita facciale iperdivergente pertanto, è di fondamentale importanza controllare la dimensione verticale prevenendo l’estrusione dei denti posteriori e aumentando l’overbite anteriore.

In letteratura sono presenti diversi studi con pareri discordanti riguardo l’uso e l’efficacia degli allineatori nella gestione del morso aperto.

In una revisione sistematica di Rossini et al., in cui l’obiettivo era quello di valutare l’efficacia dei movimenti ortodontici nel trattamento con allineatori, è stata analizzata anche la problematica verticale ortodontica ed è stato affermato, in accordo a quanto analizzato nello studio di Kravitz et al. che c’è una predicibilità nel movimento di estrusione anteriore del 30% con una media di movimento estrusivo puro pari a 0.56 mm.

In un recente studio retrospettivo del 2020 di Harris et al., è stato dimostrato che il successo della terapia del morso aperto con allineatori è dovuto ad una combinazione di movimenti correttamente pianificati nel software. È possibile ottenere una risoluzione del morso aperto con allineatori, in modo predicibile ed efficiente, attraverso una combinazione di estrusione anteriore e intrusione posteriore. Inoltre, la predicibilità aumenta se a questo tipo di movimenti viene associata una riduzione dell’inclinazione incisale superiore e inferiore, una quota di stripping relativa allo specifico trattamento ed il posizionamento degli attachment estrusivi sul gruppo anteriore.

La combinazione di estrusione e linguoinclinazione incisale (estrusione relativa), ove possibile, permette di rendere più predicibile il risultato. Inoltre, in questo studio, è stata registrata un’intrusione del settore posteriore mascellare e mandibolare con un’anterotazione del piano mandibolare confermando che il trattamento con allineatori permette non solo un controllo ma anche un miglioramento della verticalità.

Questo può essere attribuito in parte, ad una corretta programmazione dei movimenti desiderati ed in parte, all’effetto “bite block” degli allineatori, descritto già in passato, ed attribuito allo spessore che ricopre la superficie intera dei denti posteriori con le relative forze masticatorie esercitate su di essi.

Openbite

Maria Elena De Felice

Silvia Caruso

Sara Caruso

Bibliografia

1.     Kravitz ND, Kusnoto B, BeGole E, Obrez A, Agran B. How well does Invisalign work? A prospective clinical study evaluating the efficacy of tooth movement with Invisalign. Am J Orthod Dentofac Orthop. 2009;135(1):27-35.

2.     Rossini G., Parrini S., Castroflorio T., Deregibus A. , Debernardi C. Efficacy of clear aligners in controlling orthodontic tooth movement: a systematic review. Angle Orthod. 2015 Sep;85(5):881-9.

3.     Harris K, Ojima K, Dan C, Upadhyay M, Alshehri A, Kuo C, Mu J, Uribe F, Nanda R., Evaluation of open bite closure using clear aligners: a retrospective study. Prog Orthod. 2020 Aug 24;21(1):23.

L'articolo Morso aperto e allineatori: come migliorare la predicibilità proviene da Mi Allineo.

Negli anni precedenti, questo tipo di tecnica veniva eseguito tramite diverse apparecchiature come la trazione extraorale, il pendulum, il distaljet ecc. Con l’avvento delle miniviti sono state pianificate diverse apparecchiature al fine di eliminare la collaborazione del paziente ed evitare effetti indesiderati sulle unità di ancoraggio. Nonostante ciò, sono rimaste problematiche comuni alle tecniche tradizionali quali tipping dei molari superiori, postrotazione del piano occlusale con conseguente aumento della verticalità e perdita di ancoraggio anteriore.

Negli ultimi anni, la crescente richiesta da parte dei pazienti di tecniche più estetiche e lo sviluppo della tecnologia hanno permesso il progresso degli allineatori trasparenti nel campo ortodontico. In letteratura sono presenti diversi studi che hanno valutato la predicibilità del movimento di distalizzazione con allineatori e il controllo degli effetti indesiderati con questa tecnica. Nel 2014, Simon e col. hanno riportato nel loro studio una predicibilità dell’88% del movimento corporeo di distalizzazione molare con un miglior effetto se il movimento era supportato da attachment. In accordo con questo studio, il lavoro della scuola di Torino e col. ha dimostrato che è possibile ottenere una distalizzazione corporea in media di 2.25 mm per il primo molare permanente e 2.52 mm per il secondo molare permanente con valori che valutano esclusivamente il piano orizzontale senza alcuna considerazione di movimenti angolari o verticali dei molari.

Video Distalizzazione vista occlusale

Video Distalizzazione vista laterale

In questo studio sono stati utilizzati attachment verticali rettangolari, da canino a molare, per limitare i movimenti di tipping comunemente presenti durante la distalizzazione.

Fig.1 Attachment verticali rettangolari

Inoltre, per contrastare i movimenti di proclinazione incisale superiore come espressione della perdita di ancoraggio è consigliabile inserire elastici di classe II che prevengono questo tipo di movimenti indesiderati. In questo studio gli elastici di classe II sono stati inseriti dopo la distalizzazione dei molari. In seguito a questo tipo di protocollo, è stata ottenuta una retroclinazione di 2.87° e un arretramento di 2.23 mm del gruppo anteriore. Da un punto di vista verticale, non sono stati registrati movimenti di intrusione o estrusione dei molari superiori grazie anche all’effetto bite degli allineatori al contrario dell’arcata inferiore dove è stata registrata un’estrusione del molare e una proclinazione incisale in seguito agli elastici di classe II. Nel 2019, è stato condotto uno studio dall’Università degli Studi dell’Aquila in collaborazione con l’Università del San Raffaele e il dottore Ojima Kenji in cui l’obiettivo primario era quello di confrontare la verticalità dentoscheletrica al tempo T0 e T1 in pazienti trattati con la tecnica Invisalign in cui era prevista una distalizzazione sequenziale dell’arcata superiore per raggiungere un’occlusione di I classe molare e canina bilaterale. Al termine del trattamento i pazienti non presentavano un’alterazione significativa della divergenza scheletrica, né un tipping distale dei molari permanenti ma, al contrario, un movimento corporeo degli stessi e infine non c’era stata una perdita di ancoraggio anteriore ma una significativa riduzione della loro inclinazione. Si può concludere, quindi, che la tecnica con gli allineatori trasparenti, come descritto in letteratura, offre un ottimo controllo durante i movimenti di distalizzazione molare superiore fino a 2-3 mm senza alterare la verticalità del paziente.

Maria Elena De Felice

Silvia Caruso

Sara Caruso

Bibliografia

1. Simon M, Keilig L, Schwarze J, Jung BA, Bourauel C. Treatment outcome and efficacy of an aligner technique—regarding incisor torque, premolar derotation and molar distalization. BMC Oral Health. 2014; 14:68.
2. Ravera S, Castroflorio T, Garino F, Daher S, Cugliari G, Deregibus A. Maxillary molar distalization with aligners in adult patients: a multicenter retrospective study. Prog Orthod. 2016; 17:12.
3. Caruso S, Nota A, Ehsani S, Maddalone E, Ojima K, Tecco S, Impact of molar teeth distalization with clear aligners on occlusal vertical dimension: a retrospective study. BMC Oral Health 2019; 19:182

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